giovedì 30 novembre 2017

TARI GONFIATA E RIMBORSI: LA SITUAZIONE ATTUALE

Come capire se è stata pagata una tassa sui rifiuti più alta del dovuto? Come ottenere il rimborso?
Innanzitutto, bisogna armarsi di tanta pazienza.
Già, perché se il Ministero dell’Economia e delle Finanze prometteva di fare chiarezza sulla questione, in realtà la circolare pubblicata lo scorso 20 novembre non sembra aver dissipato tutte le incertezze dei contribuenti; viceversa, il caso Tari è ancora nel caos totale.
Una cosa è certa: stando alla circolare del Mef si può chiedere il rimborso dal 2014. Ma come?
IL CASO TARI
Partiamo dall’inizio. La questione prende spunto dalla risposta all’interrogazione in Commissione n. 5-10764 dell’On. le L’Abbate, nella quale è stato chiesto se la quota variabile della tariffa debba essere calcolata una sola volta anche nel caso in cui la superficie dell’utenza domestica comprenda quella delle pertinenze dell’abitazione. Pare, infatti, che molti Comuni, grandi e piccoli, abbiano sbagliato ad applicare la quota variabile della Tari, poiché talvolta è stata computata la quota variabile sia in relazione all’abitazione che alle pertinenze, determinando, così, una tassa più elevata rispetto a quella che risulterebbe computando una sola volta la quota variabile rispetto alla superficie totale dell’utenza. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze conferma l’errore. Secondo la circolare pubblicata il 20 novembre u.s. è, infatti, "corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell'utenza domestica”. Si è, in tal modo, aperta la strada ai rimborsi in favore dei cittadini che hanno versato somme in eccesso a titolo di tassa sui rifiuti.
L’ERRORE
Come prima cosa occorre controllare l’avviso di pagamento inviato dal Comune e verificare, in caso di pertinenze, che la quota variabile applicata risulti pari a zero euro. Solo attraverso questo controllo si potrà capire se sia stato sbagliato il calcolo e, quindi, se la tariffa sia stata gonfiata. Di solito nell’avviso di pagamento sono indicate, espressamente, sia la parte fissa sia la parte variabile della tassa: la parte variabile della Tari, in particolare, deve essere applicata una sola volta sulla superficie totale dell’utenza domestica, comprese le pertinenze (ad es. garage, cantine, soffitte, posti auto, mansarde ecc.), tenuto conto del numero dei familiari. Lo precisa il Mef nella circolare del 20 novembre u.s.: "Un diverso modus operandi da parte dei comuni non troverebbe alcun supporto normativo, dal momento che condurrebbe a sommare tante volte la quota variabile quante sono le pertinenze, moltiplicando immotivatamente il numero degli occupanti dell'utenza domestica e facendo lievitare conseguentemente l'importo della Tari". Potrebbe, però, addirittura anche accadere che la parte variabile non sia affatto specificata nell’avviso di pagamento. Insomma, rilevare le inesattezze potrebbe non essere semplice. I contribuenti più fortunati, potrebbero essere agevolati dalle dichiarazioni di alcuni Comuni che hanno ammesso l’errore; ma solo in pochi l’hanno già fatto. In ogni caso, la KONSUMER ITALIA, come associazione a tutela dei consumatori, fornisce tutta l’assistenza necessaria per scoprire le inesattezze nel calcolo della tariffa.
LA DOMANDA
Supponiamo, ora, che dopo aver verificato attentamente la propria posizione negli avvisi di pagamento, il contribuente abbia con certezza rilevato l’errore nel calcolo della tariffa. Cosa fare, dunque? Ebbene, in tal caso bisogna presentare un’ istanza di rimborso delle somme versate in eccesso al Comune, se gestisce la tassa direttamente, o al Concessionario del Servizio, che si è occupato di riscuotere la Tari. Come chiarito anche dal Mef nella circolare del 20 novembre u.s. “ l’istanza, che non richiede particolari formalità, deve però contenere tutti i dati necessari a identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso nonché i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo della TARI”. Ma attenzione: il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto entro il termine di 5 anni a decorrere dal giorno del versamento, a norma dell’art. 1, comma 164, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. L’istanza, inoltre, va inviata con raccomandata con ricevuta di ritorno o con una mail di posta elettronica certificata (Pec), allegando gli avvisi di pagamento della Tari contestata. Il Comune dovrebbe provvedere al rimborso entro 180 giorni dalla presentazione dell’istanza. Se l’Ente dovesse negare espressamente il rimborso, il contribuente ha solo 60 giorni per presentare il ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale; ma se l’Ente, addirittura proprio non risponde entro il termine di 90 giorni dalla presentazione dell’istanza, non rimane altra strada, se non quella di fare ricorso per far valere le proprie ragioni. 
Occhio, però, alle istanze immotivate e ai ricorsi fai da te; sì, perché, per non correre il rischio di rimetterci di tasca propria, sempre meglio chiedere il parere e l’assistenza di un esperto.
LA POSSIBILE BEFFA PER I CONTRIBUENTI
Nel caos innescato dal calcolo errato della Tari, oltre al danno, si profila anche la beffa per i contribuenti. Infatti, i contribuenti che hanno provveduto a saldare la tassa a seguito di un accertamento (anche in sede di rottamazione) difficilmente riusciranno ad ottenere il rimborso delle somme versate in eccesso, poiché il decorso del termine di 60 giorni dalla notifica cristallizza la pretesa impositiva. Ma vi è di più! La beffa è, in realtà, dietro l’angolo anche per i tutti i contribuenti che hanno pagato correttamente. Bisogna, infatti, considerare che, in base al Decreto Ronchi (D.lgs. 22/97) i Comuni determinano un piano di costi per lo smaltimento dei rifiuti, proporzionando la tassa sui contribuenti in modo tale da coprire interamente quel costo. Ebbene, in caso di rimborso, in favore dei contribuenti tartassati, della tariffa versata in eccesso il Comune avrà sempre quel determinato costo del servizio, ma qualcosa in meno in termini di incassi. Ne consegue, quindi, il rischio che i costi del mancato incasso vengano spalmati su tutti i contribuenti.
Per informazioni e approfondimenti: 392/0529258 -  campania@konsumer.it


Responsabile per la difesa dei contribuenti di Konsumer Campania
Avv. Stefania Palmariello

venerdì 3 aprile 2015

Avanti Konsumer! Verso il Primo Congresso di Konsumer Italia

 

Ma sempre guardando indietro, sempre facendo tesoro delle esperienze passate e delle scelte operate. Avanti è l’imperativo al quale nessuna organizzazione che voglia crescere e lasciare un segno del proprio passaggio possa fare a meno. Avanti, perché è una parola semplice dal significato infinito; avanti perché è Konsumer e nasce su fondamenta universali che non limitano nulla: partecipazione, appartenenza, democrazia, rispetto, non serve neanche pensarci, perché avanti comprende tutto e tutti senza paure del passato e remore nel futuro, avanti nel segno che il presente stesso è avanti secondo dopo secondo che viviamo. E Avanti è l’appuntamento che tutti noi ci apprestiamo a superare per continuare ad andare avanti: il Congresso.
Il momento di massima partecipazione dell’organizzazione che non si dà appuntamento per rifarsi il belletto, ma che attribuisce a questo momento il lieve trascorrere del superamento del presente, sapendo che nulla sarà diverso domani. Perché? Perché siamo nati sotto il deciso fondamento dell’essere persone prima ancora che appartenenti all’organizzazione, dell’essere persone prima ancora che rappresentanti, dell’essere persone che si riconoscono tra pari e senza i confini di genere, di religione, di colore, di pensiero od ideologia, nella convinzione che il rispetto per se stessi sia pari al rispetto del vicino, che i propri doveri siano i doveri dell’altro.
Quindi a che serve un congresso se il congresso stesso non rappresenta il superamento di qualcosa? Ed è proprio questo che dovrebbe renderci orgogliosi di essere Konsumer, tutti ingranaggi di uno stesso meccanismo che nell’avanti vede il superamento di se stesso rimanendo se stesso; un percorso verso una maggiore consapevolezza di ruolo e di valorizzazione di tutto ciò che c’è intorno, dove non c’è avversario o nemico, c’è comprensione delle esigenze altrui, consapevolezza delle proprie, ed una grande volontà di sinergia di crescita che permetta avvicinamenti impensabili nella responsabilità dell’essere guida, a volte, e nella responsabilità della comunione di intenti in altre occasioni. Responsabilità consapevole, che abbiamo imparato ad usare nel rapportarci con altre realtà avanti, responsabilità consapevole che abbiamo voluto subire da chi non ha voluto rapportarsi con noi, responsabilità consapevole che oggi ci permette di ringraziare chi, al contrario, guarda indietro e su Konsumer ha voluto “consapevolmente” giocare il gioco della delegittimazione, che tanto in alto ed all’attenzione ci ha portato, ancor di più che per nostra capacità.
Ecco, a quest’ultimi mi sento di dire grazie, grazie, grazie… chi saremmo oggi senza loro? Una sigla tra tante che annaspano per emergere. Invece no, grazie, grazie, grazie: basta giocare nei motori di ricerca per accorgersi che Konsumer, soprattutto grazie a chi illogicamente delegittima, sale sempre più nei primi posti d’attenzione. E’ anche un modo per confermare il magico significato di avanti, quando dietro c’è la consapevolezza di aver contribuito a portare avanti chi oggi può solo confrontarsi con la grandezza del passato e non riesce a dare prova della grandezza del presente. Ma noi guardiamo avanti per stare avanti, perché non abbiamo da superare, non abbiamo un indietro, abbiamo le nostre grandi o piccole esperienze e un sole all’orizzonte che ci indica che la strada da seguire è sempre e comunque avanti.
Buon congresso Konsumer, buon congresso agli amici di Konsumer, parte di noi ed avanti con noi.
Fabrizio Premuti
Presidente di Konsumer Italia

sabato 17 gennaio 2015

I primi della classe, gli ultimi e gli unici

In questi giorni, forse per una “casuale” maggiore visibilità di Konsumer, qualcuno mi ha fatto notare che stranamente stiamo facendo “comunella” con associazioni poco vicine agli interessi sociali, “troppo professionalizzate”, vicine al nulla, insomma stiamo mettendoci sulla cattiva strada. Ma lo scopo di questo editoriale è come sempre fare un approfondimento su ciò che ci riguarda ed è intorno a noi, quindi condivido con voi anche questo.
Non escludo che la maggiore visibilità di Konsumer sia data anche dall’essere vicina ad altre associazioni, essere vicini è un’indicazione che francamente mi inorgoglisce, è il contrario di essere lontani, e già, a mio modo di vedere, è un bel successo. Ma è anche l’affermazione di quel nuovo modo di intendere il consumerismo, diversamente dal passato in cui ad una mano tesa per dare aiuto, o per riceverlo, si rispondeva con la classica spinta indietro.
È il modello di rete che cresce e rende più forti ed intensi gli scambi di informazione e sinergie, che abbatte gli egoismi, che rifiuta i primi ed unici attori, che unisce e rende più forte l’intero movimento consumeristico e non la singola sigla. L’essere vicini è il modello in cui le diverse professionalità si fondono e possono meglio comprendere la società ed i suoi cambiamenti, oppure, rendersi argine delle derive corporative, dei soprusi e delle vessazioni con mano ferma e decisa.
Konsumer non è nata e non ha mai inteso la sua mission quale ventesima ruota del carro, ha una sua identità molto forte e decisa, al contempo è consapevole che i risultati si ottengono con maggiore facilità solo quando si agisce ed interagisce con altri. Per questo sono ben felice di riaffermare convintamente che la federazione con ACU, da cui è anche nata IConsumatori, è stato il primo vero passo di una rivoluzione consumeristica, a cui segue il rinnovato impegno comune in alcuni settori con il Movimento Difesa del Cittadino ed il costante contatto e scambio di informazioni ed azioni con Codacons e con Codici (chiedetelo all’Acea se non è così, oppure ad Equitalia).  
E sono certo che altre associazioni indipendenti si avvicineranno ed inizieranno ad interagire con tutti noi. Questo non vuol  dire perdita di identità, ma è il rafforzamento che dalle diverse identità permette azioni comuni ad esclusivo vantaggio dei consumatori e senza che alcuno pretenda di essere mai il primo della classe.
Fabrizio Premuti
Presidente di Konsumer Italia

sabato 15 novembre 2014

Il caso: associazione consumatori ed associazione dei consumatori


Sembra solo un giro, o gioco, di parole; eppure fa tanta differenza. La mission è la tutela dei diritti dei consumatori (questa è comune ad entrambe), la sostanza sta nel riconoscere il consumatore come protagonista o come semplice “cliente”, se non addirittura nell’appiccicare ad un nome un numero. Per le Istituzioni l’importante è che di nomi associati a numeri ce ne siano a sufficienza per assolvere il concetto di rappresentatività. Per alcune Associazioni è invece fondamentale che sia sanata la violazione di un diritto sperimentata dal consumatore sulla propria pelle. Ad altre organizzazioni, poi, interessa principalmente dare risonanza al loro nome piuttosto che tutelare il consumatore. Chi avrà mai ragione? Nell’Italia ostaggio delle apparenze, dei favoritismi, di interessi assolutamente mal celati è scandaloso che viga ancora un ruolo di premiership legato ai “tyrannosaurus rex del tesseramento” (partiti o sindacati poco importa), figli di un retaggio atavico che porta alla prevalenza del numero sui contenuti. Ebbene il dover partire da zero, quasi zero,  grazie alla nutrita presenza del corpo delle professionalità prima presenti nel mio stesso passato, mi ha portato a riconsiderare due valori su tutto. Il primo è appunto la professionalità: senza non si va lontano.  Il secondo è la capacità di raggiungere le persone, considerandole persone e non numeri. Certo, ne soffrono i numeri,  probabilmente quelli necessari per essere riconosciuti dalla legge come rappresentativi: Konsumer ne è l’esempio. Non avendo molti mezzi, e godendo di poca visibilità, ci dobbiamo “accontentare” di aver risolto il caso del consumatore, che grazie al passaparola è arrivato fino a noi. E questo non solo ci accontenta, ma ci gratifica.
Certo per le attuali istituzioni diventeremo rappresentativi quando il passaparola sarà così forte da poterci mettere in relazione a tanti casi quanti sono i numeri richiesti, ma non ce ne facciamo un cruccio, anzi, per noi è un vanto. Noi alla collettività non costiamo un centesimo, ma le nostre poche migliaia di tessere sono tante quanti i casi risolti e sottratti al contenzioso. Ma per quanto ancora le istituzioni continueranno a dar credito ai numeri e non ai fatti? Alla luce dei nuovi rapporti, scevri da pregressi rancori, dico: viva quelle associazioni inesistenti, grazie a cui esistiamo anche noi; viva quelle associazioni professionalizzate, grazie a cui il diritto è diritto e non mediazione obbligatoria spesso al ribasso. Grazie a Help Consumatori, al Salvagente, a Tv 2000, a Radio 24, a Di martedì, a Mi manda Rai Tre, a Ballarò, a tutti i media che ogni volta hanno aiutato non noi, ma i Consumatori a far emergere una criticità collettiva che altrimenti sarebbe rimasta nell’oblio della prepotenza. Allora care istituzioni, per quanto ancora dovremo attendere uno Stato dei Fatti e dei Diritti chinando il capo ad uno Stato dei Privilegi? CNCU chi sei tu?

Fabrizio Premuti - Presidente nazionale Konsumer Italia
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lunedì 10 novembre 2014

Rc Auto, la tecnologia per una polizza più giusta.

Intervento di Vincenzo Ferrante ( Konsumer Italia ) al Convegno sulla Rc Auto ( Tariffa Italia ) tenutosi il 9 Novembre 2014 a Sant'Antimo ( Na ), presso la Sala Consiliare del Comune.

In questo momento molti di voi, grazie ad uno smartphone, possono condividere le immagini di questo incontro, registrare un video, oppure, se dovessi usare un termine a voi sconosciuto, attraverso una semplice ricerca su google, potrete comprenderne il significato, oppure darmi dell'ignorante, sui vari social network.
Del resto molti di voi sono venuti a conoscenza di questo incontro, attraverso la rete, raggiungendo questa sala grazie ad un navigatore...insomma, viviamo in un mondo in cui la tecnologia ci aiuta a fare cose impensabili fino a qualche tempo fa.
Poi esiste un piccolo mondo antico: immobile, impolverato, fermo a tanti anni fa. Il mondo della Rc Auto.
Oggi per concedere un prestito, ti chiedono il codice fiscale, lo inseriscono in un programma, click, ed in pochi secondi decidono se concedervelo o meno.
Oggi per calcolare la vostra polizza, vi chiedono il vostro C.a.p. di residenza e decretano la vostra condanna!
Nel resto del mondo funzionano i data base, la tecnologia la rete...nel piccolo mondo antico della Rc auto italiana no!
Eppure basterebbe sfruttare la tecnologia...
L'anagrafe dei testimoni...
Il database antifrode...
L'attestato di rischio elettronico...
Quante volte si é detto che si stava per partire, ma poi nulla è mai partito.
Resiste il C.a.p. al quale appendere gli automobilisti, un pallottoliere e la tariffa è pronta!
Eppure non vi è da inventare nulla, non occorrono nuovi Steve Jobs: gli strumenti e le tecnologie esistono!
Il problema è che questo piccolo mondo antico sta bene a molti.
È come lo schiaffo del soldato, in cui c'è la vittima che riceve schiaffi da tutti: c'è chi campa sulle inefficienze del sistema per guadagnare sui risarcimenti e chi continua a fare utili, caricando i premi.
Il piccolo mondo antico danneggia solo i cittadini perbene, messi lì a prendere schiaffi da tutti quelli che in questo settore hanno da guadagnarci.
Il parametro residenziale, il famoso cappio, è ormai giunto al capolinea. È un metodo di personalizzazione del premio che è fallito.
Il danno è sotto gli occhi di tutti: premi sballati e milioni di non assicurati.
Una settimana fa il presidente dell'Antitrust, prima, è quello dell'Ania, dopo, hanno sostanzialmente detto la stessa cosa: per far seconde le tariffe occorre incrementare l'utilizzo delle scatole nere, quindi sfruttare la telematica satellitare.
Bene, bravi, complimenti. 
Ma hanno dimenticato un piccolo particolare: questi strumenti già oggi potrebbero consentire di neutralizzare il parametro residenziale...e, pure essendo il mercato italiano all'avanguardia nella diffusione di tali apparati, non ne sfruttiamo l'enorme opportunità che già oggi possono offrirci.
Oggi la scatola nera non è sfruttata a pieno.
Un approccio da piccolo mondo antico, come al solito: qualche compagnia la usa per contare i chilometri e dare degli sconti, altre per evitare le frodi, oppure per l'assistenza ( importantissima ) in caso di incidente.
Eppure questi strumenti, già oggi, sono in grado di dirci tutto sul nostro stile di guida, oltre il numero di chilometri, conta quando li fai, dove li fai è come li fai.
Quante ore stai sul veicolo, di giorno di notte, in che tipo di strade.
Come guidi, a che velocità vai.
Da questi apparecchi vengono fuori dei dati molto più utili e più giusti, rispetto alla condanna preventiva al C.a.p. della residenza.
Aprirsi alla tecnologia che già c'è ( poiché non vi è nulla da inventare ) potrebbe essere la soluzione al deficit di personalizzazione che oggi c'è nel calcolo della tariffa Rc auto.
Ovviamente non trascurando ciò che già oggi tali strumenti consentono in termini di sicurezza stradale, con la localizzazione automatica in caso di incidente, contro le frodi e nella cristallizzazione di un sinistro e quanto incidono sul comportamento di chi le monta.
Il piccolo mondo antico della Rc auto, in cui si affrontano i gonfia sinistri e le compagnie, dove però le botte le prende solo il cittadino onesto, saprà modernizzarsi? Noi spingiamo affinché ciò possa accadere.

venerdì 19 settembre 2014

giovedì 11 settembre 2014

L’occhio elettronico che multa? Una ricetta vecchia

Servono confisca del mezzo per i truffatori e più polizia in strada

Dopo diversi tentativi dei Governi precedenti andati a vuoto, anche il Governo Renzi ripropone la stessa ricetta. Manca solo il voto favorevole del Parlamento (ma sembra una formalità, dato che ipartiti sono già daccordo)lemendamento che consentiràallocchio elettronico di scovare chi non è in regola diventerà realtà. A partire dalla prossima Legge di Stabilità, o in sede di conversione del decreto Sblocca ItaliaInfatti, quando un veicolo passerà sotto uno dei 600 Telepass della rete autostradale, o sotto uno dei 320 Tutor, ma anche attraverso il varco di una Ztl cittadina, il suo numero di targa finirà al Cnai (il Centro nazionale accertamento delle infrazioni) che è in funzione già da 3 anni, e attualmente gestisce le segnalazioni per eccessi di velocità inviate dagli autoveloxGrazie al collegamento con la banca dati della Motorizzazione, adesso il calcolatore sarà in grado di incrociare le banche dati e, attraverso la semplice identificazione della targa, potràverificare la regolarità di ogni singolo aspetto del veicolo:assicurazione a norma, revisione aggiornata, esistenza o meno di sequestri o fermi giudiziari; fino ad individuare chi va contromano, chi guida di notte a fari spenti o rotti, chi circola in motorino senza casco. Se il Parlamento approverà, al Grande Fratello basteràscattare una fotografia per testimoniare la violazione del Codice della Strada e stilare in automatico un verbale di multa da recapitareil giorno seguente a casa del trasgressore. Konsumer Italia contesta il sistema sanzionatorio così come è concepito. Ad esempio, a qualcuno dei 4 milioni di italiani senza assicurazione potrebbe venire in mente di rischiare gli 841 euro di sanzione minima, piuttosto che pagare una polizza più alta della multa (che è ridotta a un quarto, quando lassicurazione del veicolo viene resa operante nei 15 giorni successivi al termine previsto, oppure se lautomobilista entro 30 giorni dalla contestazione della violazione provvede alla demolizione del mezzo). Inoltre il sequestro del veicolo non è un deterrente sufficiente, in particolare per chi preferisce girare con auto da rottamare e comprate a due soldi, senza curarsi dellassicurazione né tantomeno della sanzione (che non pagherà).Per evitare che le spese del deposito giudiziario che fa seguito al sequestro siano accollate alla collettivitàKonsumer Italia ribadisce che in casi del genere la confisca deve essere a titolo definitivo. Nel caso in cui il veicolo abbia ancora un valore commerciale, questo potrebbe essere messo allasta permettendo allo Stato di recuperare denari. Altrimenti dovrà essere rottamato, generando un guadagno sia dal punto di vista ambientale (togliendo di mezzo veicoli altamente inquinanti) che della sicurezza: maggiori risorse di poliziapotranno essere impiegate sulle strade per la difesa del territorio e del cittadino onesto. Perché il vero deterrente contro le truffe e i comportamenti delinquenziali è la presenza delle divise in giro per le strade, non il Grande Fratello.

sabato 6 settembre 2014

Sei assicurato? Paghi e non lo sai! Sondaggio online

“Sei assicurato?” Paghi e non lo sai!
Konsumer Italia lancia un sondaggio online per far luce sulle polizze “occulte inserite nei contratti a insaputa dei consumatori

15 milioni di cittadini che acquistano una polizza assicurativararamente lo sanno. Oltre 1.600 tipologie contrattuali incluse in beni e servizi che compriamo; solo per poco più di 900 sihanno numeri sulle sottoscrizioni. Sono polizze collettive correlate all’assicurazione del prodotto principale: conti correnti bancari, carte di creditoforniture di gas e luce, auto emoto acquistate (nuove o usate che siano), casa, pacchetto viaggi, e via così per quastutti i settori merceologici.Nascoste tra le righe di contratti poco chiari e sottoscritteautomaticamente da consumatori ignari di poterne usufruire in caso di bisogno, richiedono un esplicito recesso del contratto per potersi svincolare dalle singole garanzieL’indagine diIVASS - Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni descrivecosti aggiuntivi su beni e servizi da 4 a 100 e più euro annui,per avere tutele sconosciute su rami assicurativi particolarmente vantaggiosi per i collocatori; intermediari di cuispesso non si conosce nemmeno l’iscrizione al RUI (Registro Unico degli Intermediari assicurativi e riassicurativi).Konsumer Italia, in collaborazione con My Opinion e grazie ai canali di diffusione di Rete d’Italia, ha appena lanciato un sondaggio per chiedere direttamente agli Italiani se siano al corrente della copertura assicurativa pagata all’interno del prezzo di prodotti e servizi acquistati. Nel rispetto della trasparenza e dei diritti dei consumatoriabbiamo chiesto ad IVASS di verificarne l’andamento, dopo aver contribuito nella fase di test e stesura dei questionari.
Il sondaggio (disponibile suwww.myopinionapp.it/mobile/defaulttest.aspx?cod=kons), realizzato da My Opinion, è stato studiato e basato sull’interattività: ad ogni cittadino sarà recapitata una mail di ritorno in cui sarà informato, in base al tema, sul proprio posizionamento rispetto alle medie fino ad allora maturate. Un modo semplice, veloce ed accessibile a tutti per acquisire consapevolezza del nostro ruolo di consumatori, e per difenderci da pratiche commerciali scorrette.