domenica 15 settembre 2013

Rc Auto e cittadini appesi a un c.a.p….pio

Vorremmo che il sistema assicurativo italiano facesse un vero salto di qualità. Non è possibile che, in piena “era tecnologica”, non si riesca a fare una reale analisi del rischio, e si continui a procedere con strumenti arcaici nella definizione delle tariffe e delle coperture per la Rc Auto. L’approssimazione con la quale si approccia il cliente, ha raggiunto livelli elevatissimi: per la compagnia sei un numero da dividere per un coefficiente provinciale. In presenza di un obbligo ad assicurarsi, il gioco è semplice e remunerativo, ma è un giocattolo che si è rotto. Quattro milioni di veicoli non assicurati su tutto il territorio nazionale e premi di polizza elevatissimi in vaste zone d’Italia, sono il frutto di un sostanziale fallimento della Rc Auto in Italia. I Clienti non sono uguali, hanno diversi profili di rischio, diverse abitudini e storie assicurative che li distinguono tra loro. È possibile cucire un premio su parametri nuovi? O dobbiamo rassegnarci al calcolo “provinciale” che tanti guai ha portato, persino alle stesse compagnie?
La Rc Auto in Italia non funziona, lo dicono tutti, anche le stesse imprese di assicurazioni. L’Ivass, l’Agcm, le associazioni dei consumatori, gli intermediari e l’Ania, tutti concordano sul fatto che occorra intervenire. Il Governo sembra raccogliere tali sollecitazioni e, attraverso il Ministro Zanonato, annuncia un intervento in autunno, proprio sul tema.
Riusciremo ad ottenere finalmente un sistema che renda meno iniquo il ramo rc Auto in Italia? Se si ascoltano gli operatori ed i consumatori, forse, si riuscirà ad intervenire chirurgicamente in un settore nel quale qualsiasi intervento “calato” dall’alto e poi “mediato” dai tanti interessi ed interessati ha solo provocato terremoti e riassestamenti con l’effetto opposto di ciò che si intendeva ottenere.
Un patto tra gli onesti è possibile, poiché chi ha sempre pagato i costi delle inefficienze del mercato, sono stati solo i cittadini e gli operatori onesti. Combattere energicamente il fenomeno delle frodi è prioritario, com’è altrettanto importante incentivare gli strumenti che possano valorizzare e premiare i cittadini virtuosi. La telematica offre straordinarie opportunità per fare questo, occorre sfruttarla e se possibile senza alcuna penalizzazione per le imprese o, per meglio dirla senza aumenti di tariffa indotti. Pensiamo quindi ad un immediato provvedimento che faccia uscire almeno i veicoli nuovi già equipaggiati.
Sulla carta in Italia esiste una normativa che incentiva l’utilizzo della cosiddetta “scatola nera”, ma manca l’ultimo tassello: il Decreto attuativo. In Italia siamo abituati alle lentezze burocratiche e, forse, i diciotto mesi di ritardo, rientrano negli standard di “qualità” del nostro paese.
Oggi abbiamo cittadini condannati a pagare la rc auto più alta d’Europa, per il solo fatto di risiedere in alcune zone, poiché il sistema della personalizzazione delle tariffe si basa quasi esclusivamente sul parametro residenziale, ciò non è più sostenibile ed è profondamente iniquo nei confronti dei bravi guidatori che hanno l’unico torto di vivere nelle zone considerate a rischio.
L’utilizzo dei dispositivi telematici ( scatole nere ) può consentire al cittadino di dimostrare in modo oggettivo di essere un automobilista virtuoso, perché non viaggia a velocità folli, perché non accelera o decelera in modo sconsiderato, così come può consentirgli di dimostrare che la dinamica di eventuali sinistri non è a lui imputabile, mentre oggi sappiamo benissimo come a spuntarla siano spesso gli habitué del sinistro, ossia quelli che usano farsi rimborsare colpi di frusta inesistenti, trovare testimoni ad hoc, mettere in soggezione psicologica la controparte con atteggiamenti aggressivi, etc.
Riusciremo a riformare il sistema? Cambiare non è mai facile, soprattutto, quando sulle inefficienze dello stesso, guadagnano i tanti che si sono costruiti rendite di posizione. La tariffa basata esclusivamente sul C.A.P. di residenza è un’ingiustizia. La tariffa che si basa sull’effettivo rischio che un soggetto possa provocare incidenti e basata sulla “vera” storia assicurativa dell’assicurato, è la giusta soluzione. Noi siamo pronti ad accelerare, i cittadini sono pronti, lo sono le Istituzioni?

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